Le parole in Archeologia

"Non voglio parlare di archeologia. Voglio far parlare l'archeologia" [Alessandro D’Amore]


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Le brutte storie e la fiducia nel futuro della cultura

Le brutte storie portano a perdere fiducia.
E di brutte storie se ne sono viste e sentite tante in giro. Infatti ho perso la fiducia, quasi in tutto.
C’è stata la vicenda “The Hidden Treasure of Rome”, c’è stato il bando del comune di Roma, c’è stata l’ombra del coinvolgimento di un alto funzionario dei beni culturali nell’inchiesta “Mafia Capitale” (la stessa persona che mi è stata accanto per un paio d’ore e che con calma serafica ripeteva che non ci dovevamo mica tanto lamentare, che in fondo neanche nel resto dell’Europa la figura professionale che vogliamo diventare esiste e che poi – seppure fosse esistita – non ci sono i fondi), infine la chiusura del corso di laurea magistrale in archeologia presso l’università di Foggia. Continua a leggere


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Il tempio tetrastilo è morto: le scelte linguistiche nella comunicazione culturale

Il punto fondamentale è questo: se vogliamo usare strumenti nuovi, dobbiamo utilizzare un linguaggio nuovo.

Non possiamo scrivere un post per il blog del nostro museo con lo stesso stile e lo stesso vocabolario con cui Giuseppe Fiorelli teneva il suo diario dei lavori durante le escavazioni di Pompei nell’800. È assolutamente necessaria una diversificazione dei registri.

I professionisti del settore museale non devono smettere di utilizzare termini specialistici né devono limitarsi ad un lessico di 100 parole, ma devono esercitarsi a trovare il giusto registro per il relativo strumento. Quindi l’inevitabile accorgimento necessario è sempre lo stesso: ricordarsi a chi stiamo scrivendo, chi leggerà questo nostro scritto. Continua a leggere


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La semantica ci ucciderà

Archeoblogger, museumblogger o cultural heritage blogger?

È davvero così tanto importante quale nome uno sceglie di usare piuttosto che quello che si propone di fare o pensa di poter fare? Non sono molto più importanti le risposte che dà sul chi è, cosa fa e se riesce a dare a tutto questo una dimensione pratica, reale e razionale? Continua a leggere